martedì 26 ottobre 2010

Un alpinista da guinness


Luigi Bosio
La montagna come simbolo di libertà spirituale


di Marco Tatto ed a cura della Redazione di Montagnard

foto: archivio fam. Bosio






In quell'articolato caleidoscopio di emozioni, sensazioni e fatica denominato "Alpinismo" hanno sempre convissuto personaggi noti al grande pubblico ed una schiera di dilettanti sconosciuti ai più. Entrambi accomunati da una passione spesso tramutatasi in una vera e propria malattia: il "mal di montagna". Da questo "male" dalle origini imperscrutabili fu certamente colpito, in maniera molto virulenta, Luigi Bosio, alpinista di Alpignano (1935-1994) attivissimo a cavallo fra gli anni '70 ed '80 del secolo scorso. Qualche dato sulla sua attività che ha dell'incredibile: oltre mille (1000!) volte su cime di 4000 metri, di cui 158 scalate d'inverno, 511 in sci e 385 in solitaria. Scalò il Bianco una cinquantina di volte (dalla Midi, dai Mulets, dalla Brenva e dai Rochers), il Gran Paradiso una trentina (tre ascensioni dalla parete nord-ovest), il Cervino una ventina (in traversata e non, e due volte con la moglie). In pochi anni portò a termine la salita di tutti i quattromila del Rosa in invernale, e si potrebbe continuare... Intervistato in un vecchio Bollettino GEAT (di cui fu un valente collaboratore) in questi termini spiegava cosa rappresentasse per lui l'alta montagna:

Credo che sia, anzi lo è, il mio laboratorio preferito dove affino i miei gusti, il mio modo di agire, di riflettere e anche di vivere; perché quando mi ritrovo in determinate situazioni il problema che mi si pone davanti lo debbo risolvere positivamente altrimenti subentra il rischio.

La passione per le alte quote non lo distolse comunque dallo svolgere un'attività parimenti intensa anche sulle montagne valsusine. Salì oltre duemila (2000!) volte a Rocca Sella (anche in sci), la cima di casa che fu anche la sua ultima salita; il Rocciamelone lo vide calcarne la vetta circa 200 volte attraverso tutti i versanti e in tutte le stagioni: il 23 settembre 1973 prima solitaria integrale della parete sud-ovest (salita nel 1928 da "Melo" Dezzani, allora gestore del rif. Cà d'Asti); il 5 gennaio 1975 solitaria del versante sud-est (ripetuto in discesa a distanza di una settimana); il 1 luglio 1977 salita del canalone collegante il ghiacciaio del Rocciamelone a quello di Fons 'd Rumour e del versante nord-nord-ovest della montagna; solitarie sulle vie "storiche" del versante nord-est e traversate per cresta (quella dei Brillet-Rocce Rosse la più ripetuta). Degna di nota, in zona, anche la traversata invernale della Punta Roncia, dal Signal du Lamet al Col du Lou (24 dicembre 1974).



Luigi Bosio sulla cresta Brillet-Rocce Rosse al Rocciamelone



A questo punto sorge spontaneo interrogarsi su quali motivazioni lo spingessero ad una attività così frenetica:

Riguardo alle motivazioni posso affermare che sono di varia natura, come ad esempio il piacere di sentirmi a mio agio a quelle altezze dove le meschinità umane non hanno senso di esistere. Altre volte provo una forma di eccitazione che mi porta a cavalcare una vetta dopo l'altra. In quei momenti in me scompare ogni senso di fatica fisica e quando le giornate sono perfette non disdegno di raggiungere una punta anche al tramonto, quando ogno logica consiglierebbe di trovarsi a quell'ora in un rifugio sicuro. [...] Non sono stato spinto né da una forma agonistica, né da sponsorizzazioni, ma semplicemente dal mio modo di vivere e concepire la salita come fine a se stessa, oltre che dal gusto di calcarne la sommità come simbolo di libertà spirituale.

Libertà spirituale ben evidenziata in un ricordo di una salita solitaria sulla est del Rosa che sembra riecheggiare la prosa di Ettore Zapparoli:

Sono solo. A mezzanotte lascio la Capanna Marinelli. Alle lapidi nei pressi del canalone omonimo rivolgo una preghiera a quelli che non sono più ritornati. La salita lungo la est del Monte Rosa, nella notte, si rivela stupenda ed irreale. Salgo solo con la presenza dei miei pensieri, mentre leggere colate di granuli ghiacciati scendono dall'alto. Sotto il Silbersattel effetuo un delicato traverso e lungo il crestone est dopo 12 ore circa sono sulla vetta della Dufour. Mi pare incredibile di avere superato tutte le difficoltà. Quello che ho lasciato alle spalle mi pare un sogno meraviglioso, invece è una realtà che ho costruito minuto per minuto e fa parte di quelle gioie che la montagna sa elargire.



sulla Punta d'Arnaz, 15 dicembre 1968



All'epoca non mancarono i detrattori che giunsero ad apostrofarlo come uno "stakanovista delle vette" o, addirittura, una "macchina calpesta-cime a tempo pieno". In realtà Bosio non espresse mai un alpinismo di sola "conquista", o di agonismo sfrenato; egli fu un vero innamorato dell'ambiente alpino (il suo "laboratorio personale") e non mancò mai di confrontarsi dialetticamente con tutti quelli che gli furono compagni nelle sue innumerevoli salite. Un vero gentleman delle alte quote che non disdegnò i ben più modesti rilievi valsusini ed in particolare la "sua" Rocca Sella, la sua ultima salita che gli costò anche la morte per un improvviso malore che lo colse poco sotto la vetta.
Noi vogliamo ricordalo come uno di noi, un vero montagnard.



1 commento:

  1. Bravo Marco. Ben scritto e argomento stimolante: cosa spinge alla montagna e all'alpinismo. Tema una volta dibattuto, specie negli anni 70/80. Oggi in parte dimenticato o sempre più interiorizzato o come tutto nella società contemporanea "individualizzato" (cosa privata). Si parla tanto di prestazioni, di concatenamenti, di stili di salita, di exploit, oltre che dei soliti aspetti commerciali e di natura turistico-lavorativa, etc. L'alpinismo, la montagna che è il suo ambiente di gioco, sono qualcosa che va ben oltre... lo si è sempre saputo. Non è un fatto di superiorità della disciplina, ma di ricerca interiore, di percorso dello spirito verso la sua realizzazione ed evoluzione. Una palestra incredibile per l'anima. Dove per anima non s'intende nulla di enfatizzato. Ma solo mondo della semplicità e della libertà interiore.
    Continua la tua ricerca su questo tema. Ci arricchirai sicuramente

    federico

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