sabato 23 ottobre 2010

CIELI CON INTERFERENZE

Continuo traffico aereo nei cieli d'alta quota
Un fenomeno sempre crescente
Dove si arriverà anche qui?


Testi e fotografie: montagnard







Cieli intensamente solcati da tracce di jet,
segni tangibili di un progresso o di un regresso?










Trame di una rete in controluce,
un cielo sbarrato
sopra creste schiacciate verso il basso












Sorgono ovunque,
all'improvviso,
da pendici orientate in ogni modo,
non hanno rotta, impazziti vagano nell'azzurro












Virgole disordinate, quasi sfregio.
Nelle città si danno tanta pena per quattro muri "imbrattati" dai graffiti.
In montagna un fenomeno di tale imponenza passa pressoché inosservato.
Volare, traferirsi veloci è diventato così obbligatorio?
Uno dei tanti mali necessari?






Virgole... senza punto di partenza
e senza punto d'arrivo.
Il cielo come un'autostrada









Anche in aperta parete,
silenzi costantemente interrotti,
via vai senza posa,
la musica del vuoto corre su nuove sinfonie...






Come in un aereoporto.
Non è tanto lo sfregio estetico del cielo d'alta quota.
Quello è ancora il meno.
In alcuni valloni, su alcune creste non c'è minuto che passi senza il rombo di un jet.
La natura resta disorientata.
Gli animali fanno fatica a riconoscere il sopraggiungere dei pericoli.
Io stesso fatico a concentrarmi sui passi, sugli orizzonti, sul mio respiro.
Pare esagerato. Ma nel momento in cui lo si realizza, nulla è più come prima.






Una volta ho contato.
48 jet sopra la mia testa nell'arco di 3 ore di gita.
Calcolando che ognuno emette il suo frastuono 
per una durata media non inferiore ai 2 minuti,
significa 96 minuti di rombo.
Rimangono 104 minuti liberi, nel silenzio.
Significa che quasi la metà del tempo è rubata alla pace...






Non ultime le emissioni di CO2...
Già, quelle.
Chissà cosa ci tocca respirare anche a 3000 metri.
Chissà cosa arriva dal cielo.
Il vento porta lontano, pensano in tanti. Il cielo è immenso.
Ma come con la neve, il vento prima o poi fa posare al suolo ogni cosa.
E il nostro cielo è uno spazio finito, una risorsa estinguibile.
Vogliamo consumare completamente anche questo?
















1 commento:

  1. In redazione è arrivato il seguente commento da Fabio Balocco: "Bello e tremendo l'articolo. Sono purtroppo le conseguenze di questo sistema economico impazzito per cui, oggi, con la liberalizzazione dei cieli, viaggiare in aereo costa meno che viaggiare in treno, mentre le risorse naturali, petrolio compreso, si stanno esaurendo...Che follia! "....

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